Sulla scia dell'entusiasmo che dai primi anni '80 dell'Ottocento contraddistinse l'istituzione del Tiro a Segno Nazionale, anche la comunità di Cerea decise di dare vita ad una propria società, progettando nel contempo la costruzione di un campo di tiro nel 1884.
L'idea di una società di Tiro a Segno venne fatta propria nel 1884 da un gruppo di notabili, raccolti attorno al sindaco Nereo Grigolli, una figura importante per la storia cereana del secondo Ottocento, ricordata soprattutto per le apprezzabili realizzazioni urbanistiche che cambiarono il volto del paese della pianura veronese.
Nello stesso anno, dopo la costituzione del sodalizio e l'approvazione dello Statuto societario, il presidente Grigolli avviò le pratiche per la progettazione del poligono che comunque ben presto si arenarono: l'avvento della fase più critica della crisi agraria con i suoi corollari tragici dell'emigrazione e le sempre più pressanti difficoltà finanziarie del comune di Cerea, non permisero di effettuare i lavori e nello stesso tempo portarono al temporaneo scioglimento della società (1889).
Nel 1902, a distanza di due decenni dalla prima esperienza, grazie soprattutto all'entusiasmo e all'impegno di Teodorico Finato, sindaco di Cerea ed energico propugnatore del Tiro a Segno nella provincia di Verona, la società venne ricostituita: nel 1907 partecipò alla V Gara generale di Roma, vincendo il primo premio (scudo d'argento) nel tiro collettivo, un successo che destò l'attenzione anche della stampa nazionale per la straordinaria impresa della ‘piccola' società ceretana, prima tra oltre trecento società italiane e premiata direttamente dal re Vittorio Emanuele III.
Nel 1909 venne inaugurato il tanto agognato poligono, rimasto in funzione fino al secondo conflitto mondiale, quando gli eventi bellici e l'occupazione delle truppe tedesche procurarono danni all'edificio e alle strutture di tiro, rendendo inagibile l'intero complesso.
Affidato nel secondo dopoguerra al Genio militare e poi al Demanio, solo nei primi anni '70 del Novecento venne ceduto alla rinata società del Tiro a Segno Nazionale di Cerea, ricostituita grazie agli sforzi dell'avvocato Giovanni Battista Chiarotto e di un gruppo di soci fondatori, impegnati in prima persona per rendere di nuovo agibile lo storico poligono che ancora oggi costituisce il vanto della società cereana.